Cosa c’entrano i conti correnti dell’Apsa (l’Amministrazione del patrimonio della sede apostolica) con Unicredit? Nell’ambito delle indagini della polizia circa i movimenti sospetti fatti sui conti di Monsignor Scarano, detto anche Monsignor 500 per l’ingente quantitativo di banconote di questo taglio di cui aveva facile disponibilità, gli inquirenti tentano di fare luce sulle dinamiche che potrebbero aver portato all’accusa di tentativo di riciclaggio. E a Roma, Monsignor Scarano, sembra aver abbracciato, oltre la croce di quanto gli sta accadendo, anche l’intenzione di collaborare con gli inquirenti, dietro suggerimento, si presume, dei suoi legali. Per questo motivo, spiega agli ispettori di Moneyval quanto avvenuto. E i sospetti su ciò che era stata solo un’ipotesi, aumentano e trovano parziali conferme. Il famoso Istituto per le opere religiose, il tanto contestato Ior, che proprio in questi giorni sta vivendo una nuova fase di ristrutturazione e di politiche all’insegna della trasparenza, ebbene proprio il tanto temuto istituto di credito, perde gran parte della sua forza finanziaria, e anche della sua fama spesso losca, di fronte al più importante Apsa. Anche perchè in questo caso si tratta di un patrimonio amministrato di oltre 2 mila miliardi di euro. Ma che a differenza dello Ior, era meno sotto l’occhio degli inquirenti. Ma quale il compito di Unicredit? I capitali che hanno creato i primi allarmi ammontano a circa 230 milioni che sarebbero arrivati a Londra partendo da una filiale Unicredit. I nomi chiamati in causa, pur estranei alla Curia, sono ad essa legati in vari modi, compresi i vincoli di parentela.
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