Se la classe non è acqua, lo stile, o meglio, lo ‘Style’, è una classe, e per la precisione una classe di prodotti ETF.
Definiti come ETF Style, tale tipologia di fondi Exchange Traded sono contraddistinti da particolari metodologie di selezione degli investimenti alla base, volte alle due differenti filosofie ‘Value’ e ‘Growth’.
Guardare alla storia e alla solidità patrimoniale o proiettarsi nel futuro con un progetto ambizioso ed alta potenzialità intrinseca? Una domanda che sta alla base della selezione dell’indice che costituisce l’ETF, che seleziona i titoli di riferimento a seconda che presentino prezzi a sconto rispetto al proprio valore (Value) o potenzialità di crescita nel tempo (Growth). Partendo proprio da questi ultimi, più difficili da rintracciare e classificare come tali, l’approccio utilizzato dall’ETF Style utilizza come metodo di selezione lo Stock Price Momentum, volto a cogliere quelle opportunità di crescita che, sul mercato, spesso vengono colte a movimento già iniziato, perdendo parte della profittabilità.
Value o Growth: differenze di concetto
Passando dalla crescita alla potenzialità, il principio alla base di alcune tipologie di ETF Style si fonda non solo su caratteristiche standard di analisi (mid cap, large cap, select dividend, ecc) ma anche sull’analisi del settore: in tal senso al comparto Value appartengono quelle realtà industriali già mature, dove la centralità risiede nel capitale e nella sua gestione; diversamente, società appartenenti all’industria tecnologica o al largo consumo vengono classificate come Growth, in cui è rara la corresponsione di utili in forma di dividendo ma si predilige il reinvestimento della liquidità per il finanziamento di nuovi progetti.
Tra i principali Providers fornitori di indici (http://www.trend-online.com/etf-azionari.html), Russell basa il proprio metodo operativo sull’analisi del rapporto valore contabile/ prezzo azionario, compatibilmente alle previsioni sul lungo termine; Msci, dal canto opposto, utilizza 8 differenti metodi di selezione incrociata, volti a creare portafogli a bassa correlazione reciproca ma ad alta correlazione tra i diversi fattori Value e Growth; di questi, Msci seleziona un terzo dei migliori titoli suddividendoli per classi omogenee.
Se fino ad una decina d’anni fa la media delle performance sugli indici Value e Growth vedeva una prestazione migliore per le prime, da qualche anno a questa parte, in concomitanza con lo scoppio della crisi economica, con la difficoltà crescente di realtà imprenditoriali ‘storiche’ e con la nascita di aree di business nuove focalizzate sul comparto tecnologico, informatico e della ricerca,le Growth hanno iniziato ad esser valutate (http://tecnologiabusiness.tumblr.com/post/93861914872/etf-di-terza-generazione-mai-stati-cosi-attivi) in un’ottica positiva, assistendo al dibattito inerente non tanto alla maggiore o minore convenienza d’investimento, quanto piuttosto all’effettiva classificazione di quali attività far ricadere nella categoria delle Growth.